Uno studente, pur molto preparato, durante un esame orale sente come un vuoto alla testa e si blocca. Uno stimato dirigente di azienda entra in panico alla sola idea di venir chiamato a salire sul palco durante una convention aziendale. Un giovane pianista di sicuro avvenire sente le dita come irrigidirsi appena inizia a suonare di fronte al pubblico. Una giovane donna evita di uscire sul balcone e limita fortemente le sue uscite di casa per paura che gli uccelli la attacchino.
Sono situazioni caratteristiche della condizione emotiva nota come ansia e delle paure intense e debilitanti note come fobie. Ansia e fobie possono essere attivate sia dalla presenza effettiva dell’oggetto o situazione temuta che da tracce, da segnali che anticipano tale presenza, come anche e spesso dalla semplice rievocazione mentale di tali oggetti o situazioni.
In particolare, così come un film costruito efficacemente con determinate scene e dialoghi può causare paura intensa anche quindi in assenza di reali pericoli, il modo in cui elaboriamo gli eventi, il modo in cui ci parliamo continuamente e proiettiamo le nostre immagini mentali, le scene in cui vediamo noi stessi di fronte a questa o quell’altra situazione drammatica o catastrofica, seppure semplicemente costruite nella nostra mente, causano forte allarme come se qualcosa stesse davvero accadendo qui ed ora.
Solo risalendo quindi ai nostri pensieri, alle nostre ricostruzioni mentali, possiamo diventare consapevoli del modo in cui noi stessi ci procuriamo i nostri malesseri emotivi e di conseguenza dare spazio ad una visione più fiduciosa verso il mondo e le nostre capacità di gestire situazioni anche critiche, provando così emozioni più adatte a sostenere comportamenti di maggiore aiuto e beneficio per se stessi e per gli altri.
La psicologia cognitivo comportamentale dispone degli strumenti e dei metodi più adatti a raggiungere tali risultati, come comprovato scientificamente e riconosciuto dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità.